Per il ciclo “L’ASSOCIAZIONE EDWARD JENNER RACCONTA”: l’intervista a LAURA CHIARA LORENZETTI, infermiera e segretaria della ormai nota associazione no profit e pro veritate, “EDWARD JENNER”.
“Mi chiamo Laura, ho 49 anni e lavoro come infermiera in ospedale da 20 anni.
Ho sempre creduto nel mio lavoro, nei principi del nostro codice deontologico e nella sanità italiana.
Da quando è iniziato il periodo buio della pandemia Covid 19 tutte le mie certezze e sicurezze sono andate in crisi e ho dovuto rimettere in discussione non solo il mio lavoro ma la mia stessa vita e i rapporti con le altre persone.
Ho perso amicizie trentennali, affievolito altre che credevo salde, messo in dubbio persino me stessa e i miei valori e principi…ho messo a rischio il rapporto con la mia famiglia, il mio lavoro, che ero anche disposta a perdere, ma, come l’Araba Fenice.
Sono risorta dalle mie ceneri e ho ritrovato una nuova me stessa, che mi piace assai di più, e adesso non ritornerei più indietro .
Sono passata attraverso derisione, emarginazione, umiliazioni, perdite, ma ho guadagnato la stima di me stessa, ho salvaguardato la mia libertà di persona e di coscienza.
Ho trovato tanti nuovi amici e conoscenti, belle persone, con cui si è stabilità fin dall’inizio una connessione profonda di cuore e spirito, e tutto ciò è impagabile.
Non ho mai smesso di lavorare come infermiera perchè per me è una vocazione e lo sarà per sempre, anzi, questo mio essere mi ha consentito di saper ascoltare e comprendere nel profondo quelle persone che hanno sofferto e stanno soffrendo per aver riportato danni fisici e psicologici da queste “vaccinazioni” imposte ai più con il ricatto e la malafede.
Dopo la prima fase di rabbia ho capito che siamo tutti sulla stessa barca, vaccinati e non, perchè tutti noi, in un modo o nell’altro, abbiamo subito un torto, un inganno, un ricatto, abbiamo solo reagito in modi differenti e non vale la pena ora dividerci tra noi su chi ha sbagliato e chi no, su chi è stato più forte e più debole..
L’unico modo che conosco per migliorare la società e la vita di tutti noi è rimboccarci le maniche, essere solidali gli uni verso gli altri e cercare di aiutare, ognuno secondo quanto può e sa, chi è più fragile e più bisognoso.
Per questo ho voluto mettermi come volontaria al servizio dell’Associazione E. Jenner, per cercare di stare accanto chi soffre, per quello che è in mio potere.
Sono diventata la loro segretaria dal giugno 2022 e sono quella che si interfaccia in prima battuta con le persone che ritengono di aver subito un danno da vaccino o che hanno bisogno di informazioni.
Il primo bisogno da soddisfare in queste persone è quello di essere ascoltate veramente e comprese e posso constatare che già solo questo primo passo è fondamentale per aiutarle a sentirsi meglio.
La fatica, il dolore, l’angoscia sono tanti e spesso sembra che le energie vengano meno, ma è sufficiente sentirsi dire un “grazie, siete persone speciali” che passa tutto e ci si ricarica.
Ho anche sperimentato come sia fondamentale non agire da soli ma stabilire ponti di conoscenza e collaborazione con altre associazioni e comitati che hanno principi e ideali analoghi ai nostri e cercare di lavorare all’unisono per migliorare veramente la società in cui viviamo, ritrovare lo spirito di appartenenza ad una comunità e la solidarietà che oggi sembrano perdute”.
L’Associazione EDWARD JENNER vive grazie a volontari così: con un CUORE ENORME e che non si tirano mai indietro!
