La Santa Sede non parte mai.
La cacciano via.
Cercate sempre di salvare le relazioni diplomatiche e salvate ciò che si può salvare con la pazienza e il dialogo.
Questa dichiarazione premonitrice è stata fatta da Papa Francesco durante un’intervista
lo scorso dicembre., quando gli è stato chiesto del suo tiepido pronunciamento sulle dittature del Venezuela e del Nicaragua.
Proprio in quest’ultimo Paese la tensione è andata crescendo negli ultimi mesi al punto c
ieri è stata annunciata la decisione del governo del Nicaragua di chiudere la sua ambasciata in Vaticano, così come la Nunziatura a Managua, secondo fonti dal Vaticano a Efe.
Questo sarebbe il passo precedente alla rottura totale dei rapporti.
Alcune fonti assicurano, però, che ciò sia già stato comunicato in modo “verbale”.
Qualcosa che il ministero degli Esteri nicaraguense ha smentito in un comunicato, definendolo una “sospensione delle relazioni diplomatiche”.
Questa affermazione suggerirebbe la possibilità di reindirizzare le relazioni.
Il motivo di questa rottura -o sospensione- sarebbero state alcune dichiarazioni rilasciate dal Santo Padre venerdì scorso al media Infobae.
In esse il Papa ha messo apertamente in discussione per la prima volta il regime di Daniel Ortega e gli abusi che sta compiendo – lo scorso febbraio ha rilasciato e deportato negli Stati Uniti 222 prigionieri politici – e la repressione che sta esercitando contro tutti i settori della società civile, che ha anche teso il pugno di ferro ai membri della Chiesa cattolica.
“È come se portasse la dittatura comunista del 1917 o la dittatura hitleriana del 1935, portando le stesse qui… Sono un tipo di dittature grossolane”, ha denunciato Francisco.
