Chi ha suicidato “Ciccio Barbuto” ?
Un uomo precipita dall’ultimo piano di un palazzo e si scoprono indizi che smentiscono l’ipotesi di un suicidio.
Cosa è successo in realtà a Francesco Vitale?
C’è comunque qualcosa che non quadra.
Troppi elementi fanno pensare all’ipotesi che quell’uomo sia stato suicidato.
Gli investigatori dei carabinieri che indagano su un decesso avvenuto nella mattinata di mercoledì 22 febbraio in un condominio della Magliana, a Roma, sospettano che non si sia trattato di un suicidio.
Non era di Roma, e in quella zona nessuno lo conosceva.
Sarebbe venuto a morire senza cellulare e portafoglio, non ha indosso nessun documento di identità ,lanciandosi dall’ultimo piano e senza lasciare uno scritto un biglietto che potesse giustificare il suo gesto.
Via della Pescaglia alla Magliana, spesso è stata segnalata per episodi di marginalità e degrado, spesso invasa dai rifiuti, con molte barriere architettoniche, si trova in una condizione di permanente degrado causata da una generale condizione di abbandono.
Sulla strada, convivono palazzine recenti, edificate al riparo del canneto.
Ma anche palazzi popolari ed edifici che sembrano occupati.
Dove spesso vivono abusivamente, o sub affittando gli alloggi popolari a cittadini extra comunitari.
Verso mezzogiorno del mercoledì 22 , un uomo precipita, si avverte un suono cupo, uno schianto terribile.
Un volo di trenta metri e per la vittima non c’è nulla da fare, è morta sul colpo.
Il medico legale alla prima ricognizione sul corpo non riscontri segni di violenza diversi da quelli della caduta fatale, chiaramente in attesa dell’esame autoptico, dal quale potrebbero arrivare elementi utili alle indagini.
Nessuno all’interno di quel condominio di case popolari, conosceva quello sconosciuto.
Solamente l’esame delle impronte digitali., consente il riconoscimento della vittima, si tratta di Francesco Vitale di 45 anni, è infatti schedato, poiché ha precedenti di polizia per reati legati al traffico di droga.
Vengono allora contattati i familiari che confermano che l’uomo viveva a 400 km di distanza dal luogo della morte e che non aveva mai manifestato propositi di farla finita.
Il suo nome era apparso un’inchiesta per droga che due anni fa aveva portato all’arresto di tredici persone.
Questa inchiesta vedeva indagati anche Alessandro Corvesi, ex giocatore della Lazio, ed ex fidanzato della showgirl Antonella Mosetti, oltre a Daniele Carlomosti, addetto al recupero crediti di un’organizzazione di stampo mafioso entrambi accusati di fare parte di un’associazione con interessi nel narcotraffico
Questi ultimi pensavano anche di poter uccidere i magistrati che li stavano indagando.
Vitale era un P.R. pugliese, residente a Bari , in passato aveva avuto anche problemi di debiti .
Il fratello aveva presentato denuncia di scomparsa a Bari dove l’uomo viveva con la compagna.
E con la compagna sarebbe arrivato nella Capitale per un appuntamento.
Gli specialisti del Reparto Investigazioni Scientifiche dei carabinieri di Roma hanno infatti trovato l’appartamento dal quale Francesco Vitale sarebbe precipitato, al quinto piano.
Individuato al termine degli accertamenti tecnici iniziati partendo dai fili degli stendini al quale il p .r pugliese avrebbe provato ad aggrapparsi prima che questi cedessero e lo facessero precipitare nel vuoto
Secondo il racconto di alcuni testimoni che avrebbero assistito alla scena, la vittima per fuggire a qualche grave pericolo avrebbe cercato di aggrapparsi ai fili degli stendini del bucato che si trovavano sul davanzale dell’abitazione al quinto piano e su quelli che si trovavano ai piani inferiori.
Tali stendini non avrebbero retto al peso del p. r. facendolo precipitare da oltre dieci metri d’altezza.
Il nome del proprietario dell’immobile è stato iscritto sul registro degli indagati.
Al momento la Dda di Roma ipotizza il reato di omicidio: Francesco Vitale sarebbe stato prima rapito per un debito di droga una partita da 500mila euro, da alcuni trafficanti di origine pachistana, sembra, avesse un appuntamento a Roma, per incontrare qualcuno.
Sia la compagna che il fratello hanno riferito del debito.
Si ricostruiscono le ultime ore di vita di Vitale, potrebbe essere stato trattenuto nel
palazzo della Magliana contro la sua volontà.