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domenica, Marzo 26, 2023

La rivolta dell’ automotive

Fra dodici anni in Europa sarà vietata la vendita di auto alimentate a benzina e diesel. Nel 2035 si aprirà l’era dell’elettrico puro: un traguardo fissato in maniera definitiva dall’europarlamento. La fretta di approvare il provvedimento è il chiaro sintomo della fine che si avvicina forse più velocemente di quanto si pensa È doveroso continuare la battaglia per la salvaguardia del tessuto industriale italiano contro un’ideologia ambientalista distruttiva che favorisce il dominio assoluto di Pechino sul sistema automotive europeo

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Fra dodici anni in Europa sarà vietata la vendita di auto alimentate a benzina e diesel.

Il parlamento europeo ha ulteriormente confermato la volontà di vietare i motori endotermici entro il 2035.
Se così fosse e se nel 2026 la revisione della direttiva confermasse la decisione presa, credo che per Stellantis e per le altre case auto europee non vi sarebbe futuro all’interno dell’Unione .
Le vetture cinesi prenderebbero la totalità del mercato a prezzi incredibilmente competitivi.

Un Grande regalo alla  Repubblica Popolare Cinese 

La percentuale delle batterie, vero cuore dell’auto elettrica, prodotte oggi da Pechino sul totale mondiale

Già i produttori automobilistici europei si sono uniti come non accadeva da tempo per criticare aspramente questi sviluppi; dopo aver vissuto tutti loro sogni in cui l’elettrificazione sarebbe potuta essere un’opportunità competitiva hanno capito che invece l’obiettivo finale dei legislatori “green” sarà quello di eliminare la mobilità privata e quindi di fare chiudere l’intero settore.

Il Governo Italiano

Il governo italiano dice «no» e i rappresentanti delle imprese del settore temono effetti pesanti sull’indotto a livello industriale e sociale.

“Penso che a tutti stia a cuore la qualità di aria, acqua ed avere un ambiente più pulito. Questo però non significa licenziare milioni di operai e far chiudere migliaia di azienda. L’integralismo ideologico del solo elettrico è un suicidio ed un regalo alla Cina”.

Così so è espresso sulla vicenda il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini rispondendo al Question Time al Senato .

“L’ennesima follia che arriva dall’Europa. Fuorilegge le auto a benzina e diesel”

Tra gli addetti ai lavori

Nel 2035 si aprirà l’era dell’elettrico puro: un traguardo fissato in maniera definitiva dall’europarlamento.

Il segretario della Uilm: “Riduciamo gli orari a parità di salario. Toyota e la Svezia lo sperimentano già”.

MI sembra che sia a livello politico sia a livello industriale manchi la consapevolezza di cosa accadrà al comparto auto nei prossimi anni.

E quando è così, di solito, il conto più salato lo pagano i lavoratori».

Rocco Palombella, segretario della Uilm, è preoccupato da quello che la transizione verso la mobilità elettrica potrebbe provocare in Italia.

“Auto elettrica, sono a rischio 120 mila posti.”

Marco Stella (Anfia): «È una una scelta ideologica, che recherà un danno clamoroso a un comparto leader in Europa»

L’Unione Europea cerca di promuovere le auto elettriche, gli ambientalisti delle varie sigle denunciano all’opinione pubblica che così si corre il concreto rischio di creare maggiore  inquinamento e più sfruttamento del territorio.

Le auto elettriche in realtà inquinano di più

Sta venendo fuori la verità: l’auto elettrica è un prodotto che nel suo intero ciclo di fabbricazione e utilizzo, è più inquinante di un auto a motore endotermico
Il cortocircuito intellettuale avviene proprio mentre il parlamento cino-europeo decreta la fine delle auto a benzina senza comprendere in che disastro socio economico sta infilando l’intera Europa .

A parte il piacere di essere sempre dalla parte lungimirante del guado, bisogna già pensare alla prossima legislatura europea e che inizierà a metà 2024 con un nuovo Parlamento europeo e nuova Commissione europea.
Riusciremo a fare insediare persone che abbiano a cuore la sostenibilità economica dei popoli europei sul lungo termine?

Serve un parlamento europeo Conservatore che agisca con pragmatismo e non sulla base degli stereotipi ideologici tanto cari alla sinistra.

La fretta di approvare il provvedimento è il chiaro sintomo della fine che si avvicina forse più velocemente di quanto si pensa.
Serve un parlamento competente e soprattutto non corrotto.
Come detto sopra presto ci saranno le elezioni europee e finalmente ci libereremo da questa commissione inetta ed incapace di gestire il continente e di fare gli interessi dei cittadini europei.

 

 

 

 

 

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