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domenica, Marzo 26, 2023

La Repubblica ciò che il giornalismo non dovrebbe essere

Si sà che i giornali sono un'arma formidabile, in mano alle forze politiche, così come le associazioni , ma un giornale che non voglia essere etichettato come "partitico" e che vanta comunque tanti anni di esistenza, non può svendere la propria immagine e mortificare il proprio ruolo fino a divenire un giornalaccio di bottega. 

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Horacio Verbitsky giornalista e scrittore argentino, uno dei maggiori esponenti per la difesa dei diritti umani definiva la nobile funzione del giornalismo;

Da un mondo senza giornalisti” ; „Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia;  il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto.“
Studiando il giornalismo, una frase di MARK TWAIN  mi aveva molto colpito ; “Il giornalista è colui che distingue il vero dal falso… e pubblica il falso.”

Leggere il titolo di Repubblica di oggi mi ha riportato alla mente queste definizioni,  e molte altre a dire la verità.

Il giornale fondato da Eugenio Scalfari, nel suo articolo di fondo, intitolava : ”  Berlusconi già al bivio”

La confidenza risale a martedì scorso, poche ore dopo l’esplosione del caso Donzelli.

E descrive la faglia che rischia di aprirsi già martedì 12 febbraio nel centrodestra.

Silvio Berlusconi si confronta con uno storico consigliere che gli è rimasto vicino e consegna tutta la frustrazione, l’amarezza, l’ossessione che lo turba da settimane.”

Inutile ipotizzare che lo “storico consigliere” non è mai esistito, si tratta se mai della personificazione della speranza, degli antagonisti di Berlusoni, semmai che sperano, si apra qualche crepa nello schieramento avversario, e si inventano notizie, di sana pianta.

Questo si chiama appunto ” Propaganda” .

Si sà che i giornali sono un’arma formidabile, in mano alle forze politiche, così come le associazioni , ma un giornale che non voglia essere etichettato come “partitico” e che vanta comunque tanti anni di esistenza, non può svendere la propria immagine e mortificare il proprio ruolo fino a divenire un giornalaccio di bottega.

E’ chiaro e tutti che dietro al Giornale in questione si muovono interessi enormi, che non esiste più l’editore puro , ma i giornali rispondono oramai ad interessi di parte, e il desiderio di tenere viva la “speranza”, e di più cercare di creare questa possibilità , è fortissimo.

Per dirla con il grande Joseph Pulitzer “una stampa cinica e mercenaria, prima o poi, creerà un pubblico ignobile.”

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