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domenica, Marzo 26, 2023

Sette minorenni evasi dal carcere Beccaria di Milano.

L’esecuzione della pena non è solo chiudere le porte dietro le sbarre di celle sovraffollate o attese infinite di provvedimenti dei magistrati di sorveglianza ma è rieducazione e reinserimento sociale.

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di Vincenzo Comi

Già Presidente presso Camera Penale di Roma

Sette minorenni evasi dal carcere Beccaria di Milano.

È necessaria una risposta dello Stato senza propaganda o suggestioni ma che affronti il problema dei detenuti (dei minorenni in particolare) nella prospettiva di un reinserimento sociale e non solo da quella della sicurezza.

Le carceri italiane sono dimenticate e ridotte a una discarica sociale, fuori dal perimetro dell’interesse della politica e delle istituzioni.

Da questo derivano le conseguenze di un sistema fallimentare per strutture, percorsi di reinserimento e operatori penitenziari che arriva alle conseguenze estreme avvenute a Natale al Beccaria di Milano.

La fuga di sette minorenni è un fenomeno complicato non liquidabile semplicisticamente annunciando la caccia agli evasi.

Per non parlare di oltre 80 suicidi in carcere nel 2022, un numero inaccettabile per uno Stato di diritto.

L’esecuzione della pena non è solo chiudere le porte dietro le sbarre di celle sovraffollate o attese infinite di provvedimenti dei magistrati di sorveglianza ma è rieducazione e reinserimento sociale.

Ma a monte serve una cultura della legalità della pena e il coraggio di mettere al centro del dibattito sulla giustizia l’esecuzione della pena e la dignità dei detenuti.

 

 

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