E’ stata annunciata la sentenza che la riconosce colpevole di reati di amministrazione fraudolenta in danno della pubblica amministrazione.
Nel suo discorso pochi minuti dopo al Senato, l’ex presidente ha affermato: “Tre anni fa abbiamo avvertito che la sentenza era già scritta”
Martedì un tribunale argentino ha condannato la vicepresidente del paese, Cristina Fernández de Kirchner, a sei anni di carcere e l’ha esclusa dal ricoprire cariche pubbliche dopo averla ritenuta colpevole di corruzione durante i suoi precedenti mandati come presidente.
Fernández de Kirchner gode di un’immunità temporanea a causa del suo ruolo attuale, quindi non andrà immediatamente in prigione e può presentare ricorso.
Dopo il verdetto, ha negato le accuse contro di lei, ma ha detto che non si candiderà per la rielezione il prossimo anno.
“Non mi candiderò per niente, né alla presidenza né alla senatrice”, ha detto. “Il mio nome non comparirà su nessuna scheda elettorale”.
In tribunale, l’ufficio del procuratore federale argentino l’ha accusata di aver cospirato con altri funzionari governativi per aggiudicare appalti del valore di milioni di dollari per lavori stradali che, secondo la denuncia, erano incompleti, costosi e non necessari.
“In sostanza, mostrano l’esistenza di legami promiscui e corrotti tra funzionari della pubblica amministrazione (nazionale e provinciale) e società appaltatrici statali”, secondo un documento diffuso dal tribunale federale argentino di Buenos Aires.
Fernández de Kirchner è stata giudicata colpevole di “amministrazione fraudolenta” per aver distribuito fondi pubblici a una società di costruzioni per lavori stradali nella provincia di Santa Cruz, durante i suoi mandati presidenziali dal 2007 al 2011 e dal 2011 al 2015.
Gli accordi con la società di costruzioni di Lázaro Antonio Báez – un amico di famiglia – erano a vantaggio di Fernández de Kirchner e Baez, ha affermato il tribunale.
L’ex presidente ha assegnato “l’80% dei lavori stradali pubblici nazionali a Santa Cruz a favore delle società Báez tra il 2003 e il 2015”, secondo Telam, l’agenzia di stampa statale argentina.
Anche Baez è stato condannato a sei anni di carcere, così come l’ex segretario ai lavori pubblici, José López, e l’ex direttore delle strade nazionali, Néstor Periotti, per il loro coinvolgimento nel presunto progetto.
Anche Lopez e Periotti sono stati nuovamente interdetti dai pubblici uffici, ha riferito Telam.