Un discorso da combattente, forse troppo lungo, che non mostrava le crepe che vi sono nella coalizione di governo.
Va riconosciuto che nel discorso sono presentati un solido orizzonte ideale, una robusta collocazione internazionale e una lunga durata”.
Così Sabino Cassese ha accolto positivamente l’intervento del presidente Giorgia Meloni, che ieri mattina alla Camera ha illustrato le linee programmatiche del nuovo governo e ha tracciato la strada per la realizzazione degli impegni presi con gli italiani.
Il giudice emerito della Corte Costituzionale, intervistato da La Stampa, lo ha definito un “buon acting” e ha individuato nello specifico tre toni di voce utilizzati dal primo ministro a Montecitorio:
uno squillante “leggendo rapidamente la lunga lista di buoni propositi”; uno intermedio e riflessivo “per sottolineare alcune impostazioni”;
infine un altro quasi sussurrato senza leggere “per far capire chi era la locutrice”.
Non solo una questione di modo: Cassese ha puntato la sua analisi anche su alcuni passaggi che hanno caratterizzato il discorso del presidente Meloni.
Al giurista non è sfuggito che il centrodestra si pone un’ambizione decennale, con l’intento di terminare questa legislatura e poi essere riconfermato alla guida del Paese:
“Quanto alla prospettiva temporale, è chiaramente decennale.
Il governo conta su questa e sulla prossima legislatura”.