
L’Europa ha deciso che dal 2035 saranno bandite le auto Diesel e a benzina , dando spazio solo all’elettrico, scelta motivata, forse, dalla necessità di rendere credibili le ultime sanzioni commissionate contro la Russia.
Mi rendo conto che la credibilità dell’Europa è attaccata ad un filo molto tenue e la mancata operazione di salvataggio dell’Ucraina in tempi brevi è diventata sempre più una sconfitta e una vittoria per Putin.
Che sia necessario creare i presupposti di un radicale cambiamento energetico è la natura che ce lo indica tramite i cambiamenti climatici , tra questo e distruggere l’economia industriale Europea , è un altra cosa.
Stiamo facendo un enorme favore alla Cina , il maggiore produttore di batterie del mondo, avendo “conquistato” il mercato africano delle “terre” per le batterie , altro momento di totale cecità dell’Europa, che si è disinteressato della questione gestione risorse africane lasciando campo libero alla Cina per monopolizzare tutto.
Sarebbe necessario creare ulteriori alternative per gestire la questione, magari con il nucleare, riconquistando la possibilità di essere indipendenti dalla Cina.
Il vero pericolo è la possibile crisi occupazionale che si scatenerebbe per le fabbriche automobilistiche e il loro indotto, e la conseguente crisi economica che sta gia mordendo dallo scoppio delle guerra in Ucraina.
Una riconversione industriale a tempi differenti da paese a paese, all’interno della comunità europea e nella terribile svalutazione e conseguente recessione, verrebbero colpiti duramente settori produttivi e famiglie.
Un vero disastro, uno zumami dalle proporzioni, ora, non controllabili, ne prevedibili in tutta la loro capacità distruttiva.
Che si debba colpire la Russia aggressore di una nazione che si difende, è fuori discussione , come è fuori discussione che non dobbiamo distruggere la nostra economia e la nostra società, senza sostituire questa economia con un’altra altrettanto redditizia.
Costruiamo un futuro migliore per noi e la terra, senza suicidarsi, alternativo, sono le fonti in grado di sostituire gli approvvigionamenti necessari alla nostra società e non tornare all’età della pietra .
E’ ora di trovare una strada diversa da quella del capitalismo internazionale, affidandoci ad una nuova gestione delle cose interne della nostra Italia, con un’ autarchia economica e rurale che abbiamo abbandonato, e studiare nuove relazioni per provvedere alle risorse introvabili da noi usando il partenariato con l’Europa e i paesi collegati, cominciamo a staccarci dall’America del abbiamo tutto noi e ve lo diamo solo se esiste un “pensiero unico” con gli USA, forse era necessaria questa terribile crisi, per finalmente cominciare a cambiare e far crescere questa nostra Italia.
Dario Miccheli