di Emanuele Carocci


Che i Maneskin oramai sia un fenomeno dei nostri giorni (se fenomeno possiamo definirli) non vi è alcun dubbio.
Da musicista e produttore discografico da oltre venti anni, posso dire che sono una band che sa suonare (a differenza di tanti altri) e che sanno scrivere brani.
Ma c è anche da dire che nel loro genere e nei loro brani non trovo nulla di innovativo.
C’ è addirittura chi li ha paragonati ai Beatles, band che ha lasciato un segno nella storia della musica pop internazionale ed ha gettato le basi per tutto quello che è la musica dagli anni settanta ad oggi.
Quindi questo fenomeno Maneskin non ha nulla a che vedere nemmeno lontanamente con pilastri del rock quali i Pink Floyd, i Queen o gli U2 e tanti altri, che hanno lasciato un segno nella musica internazionale e che non saranno mai dimenticati.
D’altro canto invece questi Maneskin a mio avviso si briceranno nel giro di pochi anni senza lasciare un segno indelebile come le grandi band degli anni ottanta.
Ed inoltre non hanno creato nulla di innovativo nel panorama musicale.
Poi c è l’aspetto della loro apparenza e dei messaggi a sfondo politico che mandano (o che gli fanno mandare).
Osannano la teoria del gender da tantissime persone non condivisa, portando avanti un’ideologia prettamente di sinistra o meglio della sinistra di oggi.
Si presentano in scena in maniera “trasgressiva” e spesso anche volgare lanciando messaggi a mio avviso deleteri per i nostri giovani, ma tutto ciò probabilmente gli e’ stato anche permesso ed anche imposto da major discografiche ed anche da sfere politiche più alte. (nipote di Celentano…)
In conclusione posso dire che non trovo veramente niente di nuovo in loro e non condivido assolutamente i messaggi che mandano.
Diamo modo ai nostri ragazzi di ascoltare buona musica che ce n è ed anche di capire le radici di questa buona musica posate da tanti artisti storici di fama mondiale i decenni scorsi.
Emanuele Carocci