Ucraina, questa è una guerra tra due narrazioni:

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Ukraine, Donetsk. Pro-Russia supporters gather and wave Russian flags in Lenin Square in Donetsk. ALESSIO ROMENZI

E’ una guerra tra due narrazioni , sono uguali e contrarie, per l’occidente l’eroe , il buono, colui che ha subito l’invasione, il democratico che parla a tutti i parlamenti del mondo.

La narrazione è più importante dell’informazione, essa emoziona e coinvolge, comunica per immagini e simboli , è la guerra del terzo millennio, l’era della parola e del multimediale ;

Zelensky in tenuta militare, la bandiera dell’Ucraina alle spalle, abilmente evoca il Muro di Berlino, , Winston Churchill, William Shakespeare, Pearl Harbor, l’11 settembre, la Città di Genova, parla a coloro sentirsi dire che la “libertà è al primo posto” e che combattere per essa è la priorità.

Zelensky

Ci sono gli alleati, che in una narrazione come questa vanno portati dalla propria parte e fanno la differenza, una versione della storia vecchia come il mondo.

 C’è un eroe e un antieroe, la chiamata del buono e le sfide che il cattivo crea, la prova e il cambiamento finale.

Dall’altra parte coloro che sostengono la versione che occupare è stato necessario, non hanno avuto alternativa e che l’imperialismo non è il loro ma quello degli altri.

Per la narrazione abbiamo l’autocrata, l’anti democratico, colui che parla da solo nello stadio pieno, o al Cremlino, per i russi lo schema è sempre lo stesso il bene contro il male, chiaramente è una narrazione delirante, secondo la quale Putin sarebbe una sorta di difensore dei valori cristiani e della tradizione Russa, pronto a contrastare le forze del male, a contrastarle a chiamare a raccolta le forze del bene, per riportare gli ucraini, nel seno della madre Russia.

Nonostante abbia preso le distanze dal populismo, è evidente come Putin incarni le classiche caratteristiche di un populista al di sopra delle istituzioni, presentando una visione mitizzata del popolo russo. 

La Russia secondo questa narrazione , che come sempre non tiene conto della realtà attuale, ne tantomeno di quella storica , c’è la Chiesa Ortodossa Russa, con il suo primate Kiryl ;

“il governo e la Chiesa spiegano alla credula popolazione che è il perfido occidente, con le sue losche mene, a minacciare l’esistenza stessa della santa Russia e che quest’ultima, per farsi valere, deve riarmarsi”.

Aleksandr Dugin è il filosofo sostenitore del grande impero russo, che da sempre si accompagna all’estrema destra europea, riprende questa narrazione, e l’amplifica comunicando sulle paure dell’occidente evocando anche il nucleare.

In Italia i fan della narrazione filorussa si sono sperticati le mani a forza di applaudire il leader russo,

Estrema destra e populisti concordano con Putin sul conservatorismo religioso capitanato da l’oligarca Malofeev , e soprattutto sulle critiche all’Unione europea.

Dal momento che i filorussi sono la maggioranza nel nostro Paese sarebbe interessante chiedersi chi siano gli intellettuali, i giornalisti e i politici non allineati su posizioni filorusse e intellettualmente onesti nel raccontare chi è realmente Putin e quale sia la vera natura del suo regime.

De Ficchy Giovanni

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