Come Putin elimina i suoi avversari

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Se hanno paura di me, vuol dire che mi rispettano

Perché il Cremlino sceglie di eliminare, spesso avvelenandoli, i suoi avversari politici?

Da sempre il Kgb, è il braccio paramilitare del governo russo, in passato l’episodio più famoso è quello che vede coinvolta suo malgrado anche la pittrice Frida Kalo, appena fuori dalla sua casa nel 1940 a Città del Messico Ramón Mercader diede una picconata in testa a Lev Trotzky, che morì 26 ore dopo.

Lev Trotzky dopo essere stato un leader della Rivoluzione Russa e l’organizzatore e comandante dell’Armata Rossa era stato sconfitto da Stalin nella contesa per la successione a Lenin,

Putin, d’altronde, dal Kgb viene. E molti suoi biografi hanno ricordato che in base al giuramento una volta entrati nel Kgb si rimaneva agenti per tutta la vita.

Il complesso rapporto di Putin con il passato sovietico è stato spesso sintetizzato con la frase a lui attribuita secondo cui «chi non ha nostalgia dell’Unione Sovietica è senza cuore, ma chi la rimpiange è senza cervello».

Chi si oppone a Lui viene sistematicamente “eliminato”, o il veleno , o una dose di Polonio 210

la lista è lunghissima, un elenco di qualche centinaia di persone, giornalisti investigativi, avversari politici , dissidenti.

Se hanno paura di me, vuol dire che mi rispettano” è un detto che spiega molto bene come mai il presidente russo utilizza qualunque metodo contro i suoi avversari, e non esita a negare quando viene chiamato in causa.

D’altronde, diceva Stalin, “eliminato l’uomo, eliminato il problema

Fino a questo momento  Putin non è rimasto troppo screditato dai suoi oppositori che hanno bevuto tè al polonio o incontrato dei killer : ogni volta, per il dittatore, è stato un problema in meno, e le proteste e le manifestazioni di protesta dei liberali non hanno che contribuito ad accrescerne il mito e contribuito a gettare quell’ombra diabolica che in fondo piace molto ai russi.

E’ questa la visione dei regimi detti “forti”, il danno alla reputazione sarebbe non reagire, dal tollerare la contestazione, dal non punire gli avversari.

La lunga serie di avvelenamenti ed uccisioni

 Il veleno è una firma,

Come dice Mark Galeotti, scrittore di sicurezza militare e di sicurezza russa, il veleno permette di commettere un omicidio rendendo noto pubblicamente chi è il mandante , lasciando però poche possibilità agli investigatori di stabilirlo con certezza. 

Il novichok, come anche il polonio 210, mandano un messaggio politico molto chiaro, chi si oppone finisce così, la lista purtroppo è lunga;

Oltre a Navalny avvelenato con un agente nervino mentre si trovava in Siberia, c’è il caso di Anna Politkovskaja, la giornalista che si occupava della guerra in Cecenia e che dopo aver subito minacce, un avvelenamento e una successiva esecuzione, è stata uccisa nell’ascensore di casa sua a Mosca in vecchio stile kgb , con due colpi di pistola al petto e uno alla testa.

Boris Nemtsov, 55 anni, una delle principali figure dell’opposizione ed ex vicepremier russo è ucciso nella notte a pochi metri dal Cremlino.

Altro caso famoso è l’avvelenamento, nel 2006, di Alexander Litvinenko, ex spia russa e duro oppositore di Putin, a cui fu messo nel tè del Polonio 210, altamente tossico e letale .

Alexander Litvinenko, e Putin

 Ricordiamo anche Natalia Estemirova, 50 anni, che investigava sugli abusi del governo nel Caucaso del Nord, è rapita a Grozny e e ritrovato uccisa diverse ore dopo.

Nikita Isaev, oppositore di Putin, morto di colpo nel 2019, in treno, mentre tornava a Mosca dopo un incontro con alcuni suoi sostenitori.

E molti altri che lasciamo al vostro interesse, il Nostro intento è solo quello di far intendere con che genere di persone hanno a che fare i russi e gli ucraini

De Ficchy Giovanni

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