Le truppe russe sono entrate in territorio Ucraino ieri sera, il dittatore russo Putin ha pronunciato un discorso feroce di quasi un’ora ed ha firmato il decreto con il quale ha dato ordine ai suoi generali di invadere il territorio est dell’Ucraina giustificando l’invasione con la necessità di riconoscere le due repubbliche del Donbass.
Contestualmente ha riconosciuto le due repubbliche secessioniste filo russe, quelle Popolare del donetsk e lugansk che Putin aveva da tempo infiltrato con tanti agenti provocatori separatisti.
Queste due Repubbliche sono ora il primo boccone, il primo morso del famelico Orso Russo ,
Le due repubbliche per tutto il mondo sono parte del territorio Ucraino, comincià così l’invasione dell’Ucraina, e la comunità internazionale si trova davanti ad una crisi della quale sarà difficile prevedere le conseguenze.
I reporter di guerra
sul campo ci informano già in questo momento sono cominciati i bombardamenti e le operazioni militari; ieri cinque militari ucraini sono stati uccisi mentre tentavano di attraversare i confini, a detta delle autorità russe.
Formalmente il dittatore Russo si beve il Dombass, ora vediamo se continuerà con l’invasione fino a Kiev,.
Argomenta che questi territori appartengono alla Russia da sempre e che l’Ucraina è in una postura pericolosa e minacciosa contro la Russia , e con un discorso violento e oserei dire combattivo di quasi un ora ha giustificato l’invasione all’Ucraina , dicendo che questi territori del Dombass appartengono da sempre alla Russia.
La Notizia della mossa di Putin è giunta a Washington , mentre il presidente Biden era in riunione al consiglio di sicurezza nazionale, colpendo tutti di contropiede, a nulla sono servite quindi le minacce di sanzioni economiche, che lasceranno chiaramente il tempo che trovano, anche ora che il residente Americano le ha firmate.
Per i Capi di Stato Europei , si tratta di una violazione del diritto internazionale, purtroppo sono reazioni tiepide, che non faranno desistere l’Orso Russo dal finire di annettersi comletamente l’Ucraina.
DE FICCHY GIOVANNI