Don’t Look Up

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Adam McKay torna a colpire con un film satirico dalle altissime potenzialità, accompagnato da un cast stellare…riuscirà a ripetere l’ottimo lavoro fatto in passato con “La Grande Scommessa”?

E’ un film strepitoso con un cast eccezionale – tra cui spiccano le performance di Leonardo Di Caprio, Cate Blanchett, Jennifer Lawrence, Meryl Streep, Mark Rylance – diretto da un regista chirurgico e spietato, Adam McKay.

La commedia di fantascienza oscura, diretta da Adam McKay, vede Lawrence e DiCaprio nei panni di due astronomi di basso livello che cercano di avvertire i politici e gli altri che la Terra è in pericolo quando un gigantesco asteroide si avvicina, solo per incontrare apatia e scetticismo. (Il confronto con le reazioni al cambiamento climatico non è una coincidenza.)

“Il comico è il tragico visto di spalle“, ha scritto Gérard Genette, e questo film racconta esattamente la tragedia contemporanea vista dietro le scrivanie della politica e dell’informazione: il fiorire massimo dell’idiozia e della stupidità, dell’ossessione perversa verso il tornaconto economico e la scalata personale, della musica inarrestabile sul Titanic in affondamento. Ed è una critica durissima all’Homo Social, che passa la vita a polarizzarsi, a lasciarsi guidare un po’ dall’indignazione e un po’ dal voyeurismo, e finisce col trovare di fronte a sé soltanto la scelta tra un populismo dichiarato e un populismo con doratura di progresso. È, infine, il grido di dolore devastante – in controluce dietro alla cometa che nel film minaccia l’umanità si staglia chiaramente il tema del cambiamento climatico e, in generale, la terribile condotta civica dell’umanità – di chi si guarda intorno ed è sconvolto dall’incapacità di recepire un messaggio semplicissimo: che ci stiamo autodistruggendo, e non faremo che accelerare tanto attraverso l’intrattenimento sterile quanto con la retorica melensa o la riduzione del problema a neo-canzoncina di Natale per istruire le masse ignoranti. L’urlo di Dibiasky prima e di Mindy poi è la reazione naturale di fronte a una comprensione radicale: che non basta mostrare i fatti, e non basta più neanche raccontare bene le storie. Non basta mostrare l’orrore se intorno ogni persona non ha il Mondo, ma un mondo – quello individuale, con la verità e i fatti su misura.

Don’t Look Up è una tragedia che non offre risposte consolatorie e non mostra vie d’uscita dal gran delirio in cui ci siamo cacciati. Mette però in luce in che modo assistere all’inevitabile fine del mondo.

E, di questi tempi, non è poco.

La redazione

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