L’agenzia taglia il rating del big immobiliare dopo il mancato pagamento delle cedole entro la fine del periodo di grazia, LA CRISI ENERGETICA continua.

COME avevamo già anticipato dalle righe di questo periodico online, l’insolvenza del colosso asiatico è stata dichiarata da Standard & Poors , si trova al centro dell’attenzione internazionale per il fortissimo indebitamento, che mette la società a rischio default, con un impatto molto rilevante sull’economia cinese.
La crisi energetica , frena la crescita dell’economia del Dragone, che ha segnato il passo aumentando solo del 4,9% nel terzo trimestre dell’anno, una frenata brusca , che si accentuerà sicuramente a fine anno per via della tempesta perfetta che si è innescata nel paese asiatico.
Altre grandi società infatti sono molto vicine al default , anche avendo un rating piu’ alto come Shimao Group Holdings, possono avere a breve problemi di debito e liquidita.
Mentre Nomura calcola che il debito del real estate cinese è ormai oltre il Pil giapponese, anche altri settori economici dell’economia cinese entrano i crisi come ad esempio quello della moda,
oltre all’immobiliare ,il gruppo immobiliare del lusso Fantasia Holdings non è riuscito a rimborsare 206 milioni di dollari in obbligazioni scadenza il mese scorso, mentre il mercato dei titoli junk asiatici ha subito un’ondata di vendite la scorsa settimana.
È interessante notare che China Evergrande è la dodicesima società immobiliare cinese ad andare in defaul sulle obbligazioni quest’anno, e di gran lunga la più grande a farlo.

LA CRISI ENERGETICA
Case oscurate, strade non illuminate e chiusure di fabbriche: da metà agosto la Cina è stata colpita dalla peggiore carenza di energia elettrica degli ultimi decenni, che ha portato al razionamento dell’elettricità in molte province.
La crisi affonda principalmente nella carenza di carbone, il combustibile più utilizzato nel paese per la generazione elettrica: possiede una quota del 70 per cento nel mix nazionale.
La Cina non può nemmeno fare troppo affidamento sulle importazioni per via della crisi politica con l’Australia, che ha spinto Pechino a sospendere gli acquisti di carbone da Canberra: ma quello australiano – il Newcastle – è un combustibile di qualità, dall’alta efficienza energetica-
De Ficchy Giovanni