Roma Sera Criminale Giovanni de Ficchy

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Inizia la serie criminologica in collaborazione con il Wrep 1^ Puntata

Il 22 Agosto 1980 Graziella De Palo e Italo Toni, 24 e 50 anni, partirono per Damasco, in Siria. A organizzare e pagare il viaggio dei due giornalisti fu Nemer Hammad, rappresentante dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina in Italia. Due giorni dopo Graziella e Italo attraversarono in auto la frontiera tra Siria e Libano arrivando a Beirut, dove Al Fatah, organizzazione palestinese guidata da Yasser Arafat, offrì loro una stanza presso l’Hotel Triumph e un interprete, il prete palestinese monsignor Ibram Ayad.

Martedì, 2 Settembre 1980, i giornalisti italiani uscirono dall’albergo per salire su una macchina mandata dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina di Nayef Hawatamehda. In precedenza avevano comunicato all’ambasciata italiana di voler visitare il sud del Libano e il Castello di Beaufort, postazione dell’OLP spesso attaccata dalle forze israeliane durante la guerra civile libanese. Inoltre avevano chiesto di andare a cercarli, qualora non fossero tornati entro tre giorni. I due, purtroppo, non fecero mai ritorno scomparendo nel nulla.

Esperti di politica internazionale, i due si erano distinti per inchieste che avevano fatto molto rumore: Graziella aveva raccontato il traffico di armi che partivano dall’Italia e, anziché nelle mani dei destinatari ufficiali, finivano in quelle dei terroristi, compresi i brigatisti italiani; Italo aveva descritto i campi di addestramento in cui i miliziani palestinesi si preparavano alla guerriglia. Il viaggio in Libano li aveva portati in una nazione devastata dalla guerra civile, dall’ingerenza armata della Siria e dal perpetuo scontro tra palestinesi e israeliani.

L’ambasciata italiana si mise in moto solo il 15 Settembre, a quasi due settimane dal giorno della scomparsa, in seguito alle richieste della famiglia De Palo. Agli inizi di Ottobre il Ministero degli Esteri decise di aprire un fascicolo, affidando l’inchiesta al capo centro del Sismi a Beirut, il colonnello Stefano Giovannone, e non all’ambasciatore italiano Stefano D’Andrea. Quest’ultimo, il 17 Ottobre 1980, scrisse un telegramma alla Segreteria generale del Ministero degli Esteri in cui dichiarava che il rapimento di Graziella e Italo era opera di Al Fatah, precisando di essere a conoscenza del nome dei rapitori. Il messaggio, però, non venne mai reso noto.

Inizialmente il colonnello Giovannone, allo scopo di scagionare L’OLP, cercò di far accreditare la tesi che i due giornalisti fossero stati rapiti a Beirut Est, la zona della città controllata dai falangisti cristiano maroniti, sostenendo che Graziella fosse ancora viva. Nel corso delle indagini ci furono diversi depistaggi come la segnalazione, arrivata all’ambasciata italiana a Beirut il 6 Ottobre 1980, di una certa Edera Corrà secondo la quale i cadaveri dei due giornalisti si trovavano all’ospedale americano di Beirut Ovest.

Il 18 Aprile 1981, la famiglia De Palo venne ricevuta a Damasco da Arafat, che promise la liberazione di Graziella. Il 12 Giugno 1981, la milizia cristiano maronita smentì la paternità del rapimento, avvenuto a Beirut Ovest, territorio sotto il controllo dell’OLP. Il 14 Gennaio 1982, il governo italiano aprì un’istruttoria, affidandola a Giancarlo Armati, sostituto procuratore a Roma. Il 24 Gennaio 1983, la famiglia De Palo si recò nuovamente in Libano su invito di Abu Ayad, capo dei servizi segreti dell’OLP, che dichiarò che la giornalista era ancora viva e in mano ai falangisti cristiano maroniti. Purtroppo, anche questo viaggio non portò ad alcun risultato concreto.
[11:25, 4/11/2021] Giovanni de ficchy: La sparizione di Graziella De Palo e Italo Toni da molti venne messa in relazione con il sequestro di due lanciamissili Sam-7 di produzione sovietica, avvenuta ad Ortona nella notte tra il 7 e l’8 Novembre 1979. Un sequestro che aveva portato all’arresto di Abu Anzeh Saleh, palestinese con passaporto giordano responsabile della struttura militare clandestina del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina in Italia, e all’incriminazione di George Habbash, leader della medesima organizzazione. In quell’occasione il FPLP accusò l’Italia di non aver rispettato il cosiddetto Lodo Moro, un patto segreto per cui il nostro Paese sarebbe rimasto al riparo da attentati finché le organizzazioni palestinesi avessero potuto muoversi senza ostacoli sul suolo nazionale.

Il processo contro Habbash e Saleh ebbe inizio proprio nell’agosto del 1980, quando Graziella e Italo si stavano recando in Libano. Il giudice Armati, in base agli atti processuali, negò un collegamento tra la vicenda di Ortona, l’arresto di Habbash e il caso De Palo-Toni. Il magistrato accertò che i due giornalisti furono prelevati all’Hotel Triumph dai miliziani di Habbash, interrogati e uccisi pochi giorni o addirittura poche ore dopo. Armati chiese il rinvio a giudizio del colonnello Giovannone e del generale Giuseppe Santovito, direttore del Sismi, per favoreggiamento, ma a causa della morte dei due militari l’inchiesta si concluse con un nulla di fatto. Nel 1986 George Habbash fu assolto, in tutti i gradi di giudizio, per insufficienza di prove.

Graziella De Palo stava indagando anche sulla strage di Bologna, avvenuta il 2 agosto 1980, esattamente un mese prima della sua scomparsa: secondo il fratello Giancarlo, la giornalista seguiva la “pista libanese”, un depistaggio messo in atto dalla giornalista Rita Porena e volto a scaricare le responsabilità della strage sui falangisti cristiano maroniti. Nel 1984 il Presidente del Consiglio Bettino Craxi appose il segreto di Stato sulla vicenda e i nomi dei due cronisti vennero rimossi dagli elenchi ufficiali, che ogni anno riportano i nominativi dei giornalisti morti nel mondo.

Il caso Toni-De Palo è tornato all’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, nel gennaio del 2006, grazie al programma di Rai 3 Chi l’ha visto?. Ferruccio Pinotti ha dedicato alla scomparsa di Graziella e Italo un capitolo del suo libro d’inchiesta sulla Massoneria italiana, “Fratelli d’Italia”. L’anno successivo Amedeo Ricucci, coinvolto da Pinotti, ha realizzato un documentario per la trasmissione televisiva La Storia siamo noi di Giovanni Minoli, intitolato “Un mistero di Stato: il caso Toni-De Palo”.

L’11 Settembre 2009 è stato organizzato un convegno internazionale in Campidoglio intitolato “Graziella e Italo: una giornata per non dimenticare”, integralmente registrato e trasmesso da Radio Radicale; lo stesso anno gli è stato dedicato il concerto inaugurale della Stagione sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Dal 2010, il 2 Settembre, i due giornalisti vengono ricordati con una messa annuale in Santa Maria in Ara Coeli e a loro sono stati intitolati due viali di Villa Gordiani a Roma.

In seguito alla risonanza suscitata dal convegno del 2009, il senatore Francesco Rutelli convocò in audizione al COPASIR Giancarlo De Palo, il fratello di Graziella. I De Palo, infatti, nei mesi precedenti avevano presentato un’istanza formale al premier Silvio Berlusconi per ottenere l’abolizione del segreto di Stato apposto nel 1984. Rutelli, con una lettera sottoscritta all’unanimità da tutti i membri del Comitato, chiese ed ottenne da Berlusconi la desecretazione di tutta la documentazione, in possesso dell’AISE, sulla tragica sparizione che non fosse direttamente attinente agli accordi stipulati in segreto (lodo Moro) dal SISMI con l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina Si tratta dell’unico caso nella storia italiana che abbia visto l’attuazione delle nuove norme sulla disciplina del segreto di Stato introdotte dall’ultimo governo Prodi con la legge n. 124 del 3 Agosto 2007, istitutiva dello stesso COPASIR. Il segreto di Stato sulla misteriosa scomparsa è stato rimosso solo il 28 Agosto 2014, ma unicamente per quello che non riguarda i rapporti tra Italia e organizzazioni palestinesi.

Giovanni de ficchy

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